giovedì 3 gennaio 2013

La sporcizia dell'animo

Chiudo la portiera della macchina. Silenzio. Scendo, il rumore delle scarpe che schiacciano i sassolini umidicci per terra mi rimbomba nelle orecchie. Il silenzio. Mi giro, mi guardo attorno e poi m'incanto a fissare il vuoto. Nonostante siano le tre di notte e il vento gelido mi tagliuzza le orecchie rimango lì, impalato come uno spaventapasseri.
Quella scossa sotterranea ha messo in moto le acque della mia psiche, se guardo verso l'orizzonte dei miei pensieri c'è ancora calma, ma ben presto arriverà l'onda anomala che tutto travolgerà, ma che nulla pulirà. Niente potrà spazzare quel che è avvenuto, niente potrà ripulire un pensiero pungente; così come fissi un chiodo nel muro facendo un buco: puoi toglierlo con delicatezza, puoi passarci lo stucco e riverniciarci sopra, ma il muro rimarrà ferito dentro, egli ricorderà quella scossa infieritagli dal martello dell'ego nei meandri del suo es.
L'onda porterà con sé i ghiacci del nord, ingrosserà la parte inferiore dell'iceberg, quella invisibile e più letale, che può portare l'immensa lastra apparente in superficie nei meandri dell'oceano.

Nulla cancellerà quel piacevole senso di sporcizia che ha ormai ucciso quella briciola di pudore.
Nulla impedirà la ricerca di altri amanti del perverso amore mentale...
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