domenica 20 novembre 2011

Chi è l'invidioso

Ho chiesto di poter ricopiare questo articolo, sublime, sull'invidioso, tratto da ItalianTuttology, un blog con cui ci facciamo pubblicità a vicenda nato proprio oggi. Godetevelo!

"Possiamo definire l'invidioso in questo modo", premette Valentina D'Urso, docente alla Facoltà di psicologia di Padova: "Una persona che desidera di possedere ciò che altri hanno e che ritiene, per un complesso di ragioni, di non poter avere".  La parola invidioso deriva dal verbo invidere, che significa guardare di traverso, in modo maligno. Non a caso l'iconografia classica, quella rinascimentale soprattutto, ritrae l'invidia puntando molto sugli occhi e sulla vista. Giotto, che di quel periodo eccezionale è un acuto anticipatore, la dipinge come una donna più brutta e repellente che mai, con un sacchetto di denari in mano, una serpe velenosa che scodinzola sulla nuca, spunta da sotto il turbante, esce dalla bocca ed entra negli occhi dell'invidioso. In pratica, la rende cieca.
L'invidia è particolarmente sgradevole, ci si vergogna di ammetterla, ed è davvero poco socialmente accettabile. Si vive in solitudine. Il perché, secondo gli psicologi, è evidente: chi manifesta invidia riconosce
implicitamente la superiorità dell'invidiato e di conseguenza la propria inferiorità. Tra i più caratteristici comportamenti dell'invidioso c'è il disprezzo nei confronti dell'oggetto invidiato. La vorrei tanto, ma non posso averla, quindi non mi piace. Una famosa e archetipica rappresentazione di questo atteggiamento si può trovare nella favola di Esiopo "La volpe e l'uva".

I 4 volti dell'invidia:

Emulazione: sentimento basato sulla percezione dell'eccellenza di qualcuno, sull'ammirazione per lo stesso e sul desiderio di uguagliare, imitare o addirittura superare quella persona.

Ferita narcisistica: è la sensazione che manchi qualcosa, che si collega a sentimenti di inferiorità o di autostima ferita. Se è lieve, viene vissuta come una delusione; se è grave porta a sentimenti di mortificazione e umiliazione.

Bramosia: il desiderio di possedere qualcosa che altri hanno

Rabbia verso chi possiede: nelle forme lievi si manifesta come infelicità e scontentezza, in quelle moderate come risentimento o rancore. Nelle forme più gravi si estrinseca come dispetto, malignità, malevolenza, desiderio di fare del male a colui che possiede la cosa invidiata.

tratto da: Mente&Cervello tutti i diritti sono a loro riservati.

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