martedì 9 agosto 2011

L'amore è una padellata in testa

L'ARTICOLO CHE LEGGERETE NON E' DEL DOTTOR DELIRIUM. E' DI UNA SUA COLLEGA. TRATTATELA BENE E COMMENTATE SE VI RITROVATE.

L’amore è una padellata in testa, io lo so per sicuro. Non accetto obiezioni perché lo sapete tutti che è così. Anche chi non è mai stato innamorato, lo sa perché uno ci nasce insieme a questa concezione, è innata in ogni essere la terribile condanna di ricevere padellate in testa.
E’ una padellata quando ti innamori. L’innamoramento poi, è un processo così.. stupido. Veramente ragazzi, è fottutamente stupido. E’ quando una persona con la quale prima avevi poco/niente a che fare, improvvisamente diventa importante. Improvvisamente diventa fulcro della tua attività celebrale: pensi a lei, pensi a quando dovrai uscire con lei, a quando la rivedrai se la rivedrai e rompi le palle ai tuoi amici dicendo quant’è bella e quanto hai voglia di rivederla. Che magari non è nemmeno così, però sei talmente immerso in questo frullato di emozioni e sentimenti enfatizzati che proprio non ti riesci a trattenere dal pensare / dire certe cose. Cose come “Oh, come sei bella.” “Oh, mi sei mancata” “Oh, che bella maglietta che indossi”; merdate signori, merdate. Dillo che le dici che bella maglietta solo perché ad un certo punto se la toglierà. E che vabbé si dai ti è mancata, ma non stavi a casa a disperarti perché ti mancava, stavi in giro con gli amici e bere birra. E sì, sai, che forse la vedi veramente bella. Anche se obiettivamente è un po’ cessa. L’innamoramento funziona così, è come la prima di uno spettacolo. Tutti eccitati, tutti febbricitanti, tutti che sembrano essere sull’orlo dello svenimento. Dopo l’attimo iniziale in cui costruisci grattacieli di carta pesta sulla persona in questione, cominci a crederci veramente. E non capisci più un cazzo. E’ come una padellata in testa. Come se fino a quel momento tu fossi rimasto addormentato, e KABOOM, padella in testa. C’è lei. Solo lei. Merda. E lì capisci che sei fottuto. Quando la mattina ti svegli e il primo pensiero della giornata va a 


lei, quando tu ti alzi fisicamente dal letto in previsione che poi magari la sera la vedi, capisci che seri veramente, veramente fottuto. E poi quando lei inizia ad imbrattare di colori e disegnini quel foglio bianco che era orami il tuo stato emotivo-sentimentale, a quel punto, oltre ad essere decisamente fottuto, capisci che è troppo tardi per tornare indietro. 
Poi in mezzo ci sono un casino di cose. Ma che mi stanca morbosamente ripensarci.
E poi c’è il punto di rottura. Il punto di rottura sono una serie di padellate in testa. E’ una padellata in testa quando te lo dice. Non importa se te già la sospettavi. Non importa se effettivamente le sue scusanti sono ragionevoli. Non importa nulla di niente. E’ una padellata in testa perché te per un momento scordi di tutte le cose che magari andavano male, tutte le cose che hanno preceduto il distacco definitivo, e la personcina che hai davanti ti fa “quindi sarebbe meglio lasciar perdere” “quindi sarebbe meglio non vedersi più” “quindi sarebbe meglio lasciarsi” Tutte cose che sarebbe meglio. Sarebbe meglio che le cose andassero meglio. Sarebbe stato meglio se non fosse andata così. E’ sempre stato figo come sapessi ben coniugare i verbi, mi da un senso di realizzazione infinita. Comunque poi, questa cosa che le persone si lasciano. Le cose che si lasciano poi si tornano a prendere, sai. Cioè, è come, ho lasciato il cane a casa perché dovevo andare al centro commerciale e lì non ce li vogliono i cani. E’ come ho lasciato mio fratello piccolo all’asilo nido. Roba che poi torni a casa e abbracci il cane o il fratellino piccolo che sia. I fidanzati non si lasciano; si abbandonano. E mi verrebbe TROPPO da dire : “mi ha abbandonata lui”, ma poi fa troppo disperata. Non che non lo sia, s’intende, ma mica posso darlo a vedere. A lui, intendo, che poi magari qualcuno glie lo va a ridire, non si sa mai.
E padellate in testa a palate, proprio. Ogni volta che ritrovi per fortuito caso una foto, un biglietto, uno scontrino, una ciabatta, qualsiasi cosa che era finita magari sotto il letto, o dentro un cassetto, roba finita lì per sbaglio intendo, roba che avevi dimenticato. E kaboom. Padellata in testa. Padellata quando ti ritrovi in un posto che hai osato con egli condividere, padellata in testa quando qualcuno affronta un certo discorso o semplicemente si azzarda ad adoperare una forma verbale o terminologica che lui in un certo pomeriggio ha detto. E’ una tortura, signori. 
Capitasse poi che lo rivedi. Quella è, quella è veramente una padellata. Quella è un pentolone anzi, una pentolonata in testa. Quella è roba che piangi anche se sono passati mesi. Perché è inevitabile. Perché è tipo come quando si blocca il download di qualcosa perché ti cade la connessione. E finché la connessione è ferma ok, il download rimane lì a vegetare. I primi tempi rosichi perché ci tenevi tanto ad avere quel file, ma alla fine te ne fai una ragione. Poi riparte la connessione, e il download riparte come se niente fosse accaduto. Ma poi ti rendi conto che il link oramai è scaduto. Ed è una tragedia. E piangi come se avessi 11 anni e ti avessero rubato le carte dei Pokemon. Piangi perché lui sembra proprio lo stesso di quando ti abbracciava, ma in realtà sai che quella persona non la conosci più. Piangi perché è inevitabile. 
Tante, troppe padellate in testa porta con sé l’amore.
Tenetevi lontani da ‘sta roba finché ce la fate.
Aveva ragione mamma, che diceva “è quando trovi un ragazzo che cominciano i guai.”
Che poi mi sa che uno muore se riceva una padella in testa.

                                                     Eucatastrofe. (così vuol esser firmata)

9 commenti:

  1. L'importante è la salute.

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  2. Ad avercela, la salute.

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  3. Si può sempre rubarla a qualcun altro!

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  4. Quello non è amore, quello è solo un rimedio alla nostra infelicità, siamo talmente tristi da soli che l'altra persona diventa la nostre fonte di felicità, per amare davvero,non bisogna averne bisogno ^-^

    p.s. fatti un giro sul mio blog di tanto in tanto, a breve scriverò qualcosa pure sull'amore ^-^
    http://unavitafelice.wordpress.com/

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  5. Che poi, dov'è che avrei scritto che Uno ne ha veramente bisogno di innamorarsi? Lo stare male, crogiolarsi nella disperazione quando ci si lascia, o la stare bene, e affogare nei buoni propositi e sentimenti quando si sta insieme, non denota un bisogno se non quello che poi se ne ricava dallo stare bene con la persona.
    Come te hai "bisogno" dei tuoi genitori, come hai "bisogno" degli amici, come hai "bisogno" del pc; cose, persone, che quando ci sono ti fanno stare meglio, e quando non ci sono ne senti la mancanza.
    @eucatastrofe.

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  6. Quei bisogni, sono superflui, c'è una sottile differenza di fondo tra il dire: ho bisogno di te, e: voglio stare con te
    nella prima, è perchè ho bisogno di un sostegno,voglio aggrapparmi a te, va bene, capita a tutti, siamo esseri ummani, ma che succede se questo viene a mancare? stiamo male!
    perchè facciamo dipendere la felicità da un fattore esterno e non controllabile.
    Se invece, tu sei felice a prescindere da tutto, che tu sia un barbarbone, o un riccone non importa, qunado avrai le tue cose,passerai piacevolmente il tempo con esse, quando non ci saranno, non ne soffrirai ;)

    http://unavitafelice.wordpress.com/

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  7. Sarebbe gradito firmarsi sui commenti perché leggendo sempre anonimo ci si confonde facilmente.

    P.S. se vuoi troviamo un modo tu per pubblicizzare il mio delirium e io per pubblicizzare il tuo blog

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  8. Oddio, se te riesci veramente a non-essere-triste per la scomparsa di qualcuno o qualcosa in livello assoluto, tanto di cappello. Non dico che bisogna vivere dal momento x di rottura in poi come se non ci fosse più futuro solo perché ti lasci con il ragazzo o quel che sia, solo che è ragionevole rodersi per qualche tempo l'animo, almeno finché non sei pronto a riprenderti, a leccarti per bene le ferite, e tornare in pista, come si dice. E' anche nella sofferenza che una persona evolve. Ricordare ciò che di bello qualcosa o qualcuno ti ha trasmesso, farne tesoro, sentirne ogni tanto la mancanza.
    Che oh, non ci credo, non ci credo proprio che se ti muore il cane che curavi da 10 anni te non soffri, che se il tuo uomo ti tradisce dopo una relazione che per te era praticamente perfetta non soffri, che se te ti trasferisci in alaska e non vedi/senti i tuoi genitori per due anni loro non ti mancano.
    Eddai.
    @Eucatastrofe.

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